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Channel: Psicosi Collettiva – Il Portinaio
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DILDO CENERARIO

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Per la mia famiglia la cremazione è ancora un tabù.
Verrebbero meno un sacco di riti.
Non potrebbero più dire quella cosa che mi irrita tutte le volte “Sembra che ride”.
Oppure obbligare la gente a toccare il morto “Guarda è come se dormisse”.
E poi i piagnistei. Come si fa a fare le prefiche davanti a un mucchio di cenere? Al massimo si può aspettare che il gatto ci pisci dentro o spegnere i muccini delle sigarette.
Meglio il corpo intero. Con il via vai dei parenti che entrano nella stanza e guardano com’è vestito.
Forse per far cambiare idea a mia madre può venirmi in aiuto l’artista Mark Stunkerboom.
Sua la creazione del secolo: “21 Grams”. Un arnese dove si possono custodire le ceneri del defunto e…come posso spiegarvelo?
E’ un vibratore!
Con inserito al suo interno una custodia dorata dove riporre i resti del marito.

vibratore funerale
All’interno dell’elegante scatola di design anche un diffusore di profumo e un’uscita usb per attaccare l’iphone, così si possono ascoltare le canzoni d’amore o quelle sexy.

dildo cenerario
Il Signor  Mark ci ha visto lungo.
Nel dildo ci stanno giusti 21 grammi di ceneri (il famoso peso dell’anima).
Se ci pensate, con i denti potrebbe diventare una simpatica maracas. 😛

vibratore funerale
Il prezzo è a richiesta. Potete acquistarlo QUI. Una consiglio: non fatelo sapere alle vostre amiche, potrebbero giudicarvi. Non per aver cremato vostro marito, ma per la misura del vibratore! 😛

Il Portinaio


MAESTRA NON HO FATTO I COMPITI PERCHE’ E’ MORTA MIA ZIA

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Ieri mentre festeggiavamo il compleanno di uno dei miei parenti stretti è arrivata una notizia triste.

“E’ morta la prozia!!”

Le reazioni a tavola.

Mia cugina:


L’altra mia cugina:

Mia zia:

Mia mamma vedendo che nessuno si disperava a tavola:

e fantasticando su vendette private durante il funerale:

L’altra mia zia pensando subito al dress code:


Io:

Della mia prozia ho un ricordo molto nitido. Era moderna.
Forse la più buona del gruppo.
Ultima di cinque figli, fu costretta a sposare il marito della sorella defunta, morta di parto.
Una tragedia.
Il vedovo rimasto solo con un bambino non sapeva cosa fare.

“Dai sposalo tu. Poverino non vedi come soffre. E poi ha già un figlio. Così non ingrassi”
“Ma io non lo amo?”
“Beh neanche noi”

Suo nipote diventò improvvisamente figliastro, una stepchild adoption del dopoguerra. Si usava così all’epoca, sistemare certe disgrazie con delle nozze combinate.
Dopo aver avuto due bambini però fu la mia prozia a rimanere vedova.
E che cazzo! Doveva aver pescato la pagliuzza più corta.
Dopo anni di lutto si maritò con lo zio Tonino, da cui ebbe altre tre figli.
Non guardavano mai la televisione?
Mia mamma adesso ha 300 cugini sparsi in tutta Italia.
Al funerale non capivo il grado di parentela dei presenti.

“Chi è quello?”
“E’ tua cugina di terzo grado”
“Mai vista…”
“E’ la figlia della sorella di tuo nonno avuta in seconde nozze”
“E quello?”
“Non ho gli occhiali, non ci vedo da lontano. Ma dovrebbe essere il figlio minore della sorella di tuo nonno”
“Cretina è la statua di San Luigi”
“Scemo blasfemo!”

Il funerale è stato noioso. Il prete, accompagnato da due chierichetti in sovrappeso, parlava a vanvera senza nessuna parola di conforto. Si vedeva benissimo che non conosceva nessuno.
Tre vecchie davanti a me cantavano a squarciagola, forse erano lì per riempire le prime file.
Tra le più eleganti c’erano mia zia e sua cugina e ovviamente mia madre. Tutte e tre in pelliccia.
La cosa più oltraggiosa che è successa durante la messa è stata quando mi si è rotto il bottone dell’impermeabile ed è caduto per terra. Ha fatto un rumore fastidioso che ha zittito per un attimo il prete.
E’ finito in mezzo alle gambe di un’anziana, che mi ha guardato come se fossi un maniaco quando ho cercato di farmi strada fra le sue autoreggenti.
Per il resto manco uno svenimento, un urlo. Non ci sono più le prefiche come una volta. Ormai i funerali dei miei parenti stanno diventando una noia mortale.
Le grandi assenti erano le sorellastre di mio nonno.
Scusate mi dicono dalla regia che una è morta.
Ripeto.
La grande assente era la sorellastra minore di mio nonno. Zitella, arpia e tirchia.
Tutti i nipoti non vedono l’ora che lasci questa terra per raggiungere il Padre in cielo. Perchè pare abbia un bel gruzzoletto in banca, che diviso fra tutti dovrebbe fruttare ad ognuno 4 Euro.
Ormai soffre di demenza senile. Alla notizia della morte della sua sorellastra pare abbia risposto con un “Mi compri dei Pavesini?”.
Siccome il funerale era in un piccolo paesino nella provincia di Como, siamo riusciti a fare anche il corteo senza intralciare il traffico.
A un certo punto il chierichetto cicciottello ha iniziato a perdere sangue da naso. Ma non è morto.
E’ stato soccorso dal nonno e portato a casa.
Uff! Neanche la scena splatter.
Qualcuno mi ha chiesto “Scriverai qualcosa?”
“Beh se ti spogli su una tomba e balli l’alligalli potresti darmi un buon argomento”
Ho percepito distanza e un po’ di freddezza fra i prenti.
Come nella politica durante i funerali si trama sotto l’altare. I sussurri non sono preghiere, ma pettegolezzi. Tranne mia mamma che ho dovuto prenderla a gomitate perchè urlava il padre nostro manco fosse a un karaoke. Ma lei ha questa forma di competizione in chiesa.
Mentre camminavo tra i fiori sentivo “Hai sentito che le ha rubato i soldi?” “Stronza non mi hai invitato al matrimonio di tuoi figlio” “Quello l’ho sempre aiutato e ora non si ricorda più” “Non ti fai mai vedere”.
Dovrebbero rivedere le esequie.  Sarebbe bello obbligare tutti a spendere una parola in ricordo del trapassato e a cucinare.
Ma la questione eredità è sempre un’ombra sul dolore di una perdita. Lo strappo dell’anima dura giusto il tempo della comunione, poi s’iniziano a strappare assegni. O a litigare! 😛
A Luglio ho un matrimonio. Se tutto va per il verso giusto scoppierà una rissa! :-)

“Ciao! Ti ricordi di me? E’ proprio vero che ci si vede solo ai matrimoni e ai funerali”
“Finchè sono i tuoi a me va bene!”

Il Portinaio

manga funerale

CANTIAMO INSIEME (Liberi marò)

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Immaginatevi se domani tutti ci svegliassimo e le notizie al Telegiornale fossero cantate.
Sarebbe tutto meno stressante e la qualità della vita ci guadegnerebbe. Ma siccome non siamo in un film di Walt Disney e io non sono Elsa di Frozen, fatevene una ragione.
La vita è una merda. Almeno qualcuno dice così.
Come potremmo rendere giustizia e magari guadagnarci qualche soldino?
Perchè in tempi di crisi bisogna reinventarsi.
Ma se non sei un personaggio pubblico cosa puoi fare?
Scrivi una canzone e mettila in vendita su Itunes. Ma che abbia un tema sociale, non quelle boiate che cantano Il Volo o Valerio Scanu.
E siccome i personaggi bizzarri vengono a me come le mosche sulla popò, eccovi una storiella di due tipi creativi dallo spirito poliedrico e un gusto estetico opinabile.

Qualche giorno fa mi è arrivata una richiesta di amicizia su Facebook. Tendenzialmente io seguo il consiglio di mia cugina che la da a tutti, perchè dice che dopo si rischia di rimanere sole e l’unica cosa che puoi fare è usarla come carta vetrata per le porte.
Tale R.C. però non risponde alle mie domande.

“Chi sei?”
Nulla.

“Tranquillo volevo solo sapere il motivo della richiesta”
Nulla.

Io sono per il Network. Mi piace conoscere gente diversa da me, però che abbia la facoltà di parola.
Niente, nessuna risposta.
Ma la sorpresa è stata che tale R.C. mi ha cancellato senza nessun motivo.
Eppure non sono stato maleducato, volevo solo delle delucidazioni.
Ha fatto tutto lui.
La mia anima giapponese mi ha suggerito di lasciar perdere. Ma ahimè è intervenuto il Portinaio.
R.C. insieme a M.L. sono rispettivamente presidente e vicepresidente della cooperativa sociale Onlus InMente. (QUI il sito)
Le loro arrività sono rivolte a cantanti, attori e modelli. Pare abbiano fondato una radio e in giro su Youtube ci sono puntate random della loro trasmissione. Una specie di X-Factor dei poveri allestito con misere scenografie in qualche taverna di periferia.

Secondo Wikipedia una Cooperativa Sociale è un particolare tipo di società cooperativa. Le cooperative sociali gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi, oppure attività di vario genere finalizzate all’inserimento nel mercato del lavoro di persone svantaggiate.

Ah! Ecco spiegato il motivo. I signori aiutano persone in condizioni d’inferiorità per inserirle nel mondo dello show biz. (Mi piace questa parola: show biz…devo usarla più spesso! 😛 )

Mimì e Cocò (nome di fantasia) hanno anche una piccola biografia sul sito (QUI). La cosa che non capisco è perchè non vengono mai citati i lavori. Tutto è vago.
Se hai girato alcuni corti e film, scrivi quali sono.
Se hai scritto alcuni romanzi, magari pubblica il titolo. Mi sbaglio?
Sennò vale tutto.
Comunque per non perdere il filo ecco la trasmissione che mi ha molto divertito, si chiama IncantoTv, fa il verso a cose già viste e loro sono agghindati come “Sabato al Circo”.
Non vi chiedo di guardarla tutta, ma almeno soffermatevi sui loro look e sulla la giuria che sembra formata da geometri del catasto annoiati senza arte né parte.

Infine ciliegina sulla torta, il motivo di questo post.
I versatili presidenti della Onlus sono anche degli stimati cantautori.
La loro canzone politically trash “Liberi Marò” vorrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di fermo in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Non discuto sul caso dei due fucilieri che hanno sparato “accidentalmente” a due poveri pescatori. Però questo video sembra più un trailer di un porno. Senza offesa.

Nessumo pensa alle vittime.
E’ difficile non pestare una merda quando si parla di questo argomento, però bisognerebbe affrontarlo con una certa lucidità e competenza.
Guardare voi potrebbe invogliare Cicciolina a infilarsi un serpente ovunque per la causa del Family day. Oppure far scendere in piazza chihuahua contro la guerra in Siria. Magari per colpa vostra domani si risveglia Topo Gigio e gira un video per chiedere la verità sul caso Regeni.
E per finire la butto lì: Le Onlus, vantano un regime fiscale agevolato, perché non costituiscono l’esercizio di attività commerciali quindi non pagano le tasse sui guadagni derivanti dalle varie attività svolte, le onlus potranno beneficiare persino dei contributi derivanti dall’iscrizione alle liste del 5×1000, inoltre c’è la possibilità per privati ed enti commerciali, di fare donazioni ed usufruire di detrazioni, che crescono anno dopo anno: il 19% due anni fa, il 24% l’anno scorso e ora il 26%. (via Giuliacorsini.wordpress)

Il Portinaio

SE ADINOLFI APRISSE STARBUCKS IN ITALIA

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Pare che ormai sia questione di pochi mesi. Starbucks aprirà anche in Italia.
Ma siamo sicuri che nel paese dove risiedono il Papa e Adinolfi possa avere successo un bar che ha come logo una sirena a due pinne e che vende frappuccini alla vaniglia macchiati di caramello?
Nel frattempo sopra il simbolo che potrebbe mettere d’accordo quelli del Popolo della Famiglia.

Mentre qui sotto la vera storia di come è nato il marchio del famoso coffee shop.

Intanto a Torino qualche genio del male ha deciso di “punire” il direttore della Croce (Mario Adinolfi) usandolo come modello per una campagna D&G.

eau di nolfi
Il risultato sembra promuovere più un repellente che un profumo. 😛
E si sa, quello odia chiunque manifesti sessualità diversa dalla sua ed essere accostato a due stilisti di destra ed effemminati l’ha fatto innorvesire a morte.

adinolfi twitter
Mario, magna pure tranquillo, nessuno comprerà il tuo Eau di Nolfi tantomeno i frappuccini.

Il Portinaio

LA FAMIGLIA TRADIZIONALE NEI CARTONI ANIMATI (L’incubo di Adinolfi)

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Ieri Fabio Volo ha litigato di brutto con Mario Adinolfi. Secondo Wikipedia il più che burroso giornalista è anche un giocatore di poker, blogger e politico.
Da quando giocare a carte è diventato un mestiere? No perchè allora scrivo subito un profilo wikipedia per mia zia che è ossesisonata dal burraco e organizza crociere, avete capito bene, crociere in mare per pazze squinternate giocatrici di carte.
Ha partecipato anche a un campionato europeo vincendo una somma importante.
La discussione si è accesa per motivi un po’ futili.

Adinolfi sostiene che il film Kung Fu Panda 3 trasmetta un’idea distorta della famiglia e che dietro la trama ci sia lo zampino del “Gender”, che ormai è diventato un mostro e non più una teoria.
In Kung fu Panda il protagonista ha due padri. Uno biologico e uno adottivo. Per Mario non possono esistere.
A Fabio, doppiatore dell’orsetto bianco e nero, non è andata giù.
Io che sono complottista ho sentito puzza di piccola polemica marketing. Detto questo nei cartoni animati la famiglia tradizionale viene sempre “disegnata” malissimo.
Giusto un memorandum

Anna dai capelli rossi.
I suoi genitori muoino per una malattia infettiva (e non viene specificata quale). Viene data in affido alla vicina povera con il marito alcolizzato. Quest’ultimo muore sotto un treno dopo una bella bevuta. Anna viene quindi spedita in un’altra famiglia ancora più povera con otto figli e costretta a fare la baby sitter. Dopo la morte del secondo tutore viene spedita in orfanotrofio con l’accusa di portare sfiga. Alla fine viene adottata da due fratelli legati da sentimenti in odore d’incesto.

Pollon
Cresciuta da un genitore single con il monopolio della luce e del riscaldamento. Passa le sue giornate insieme a un bambino nudo. Chiamate gli assistenti sociali.

Evelyn
Praticamente venduta dai genitori a un amico che l’alleva in Africa come una scimmia. Sospetto traffico d’organi.

Hello Spank
Aika, la padrona del cane parlante, si trasferisce dallo zio gay (è evidente) e dalla prozia rompicoglioni.
Non si capisce perchè la madre vedova non può portarsela a Parigi. Egoisimo genitoriale.

Georgie
La peggiore di tutte. Adottata illegalmente, fa impazzire gli ormoni dei suoi fratelli. Il padre muore, la madre pure. Ma gli uccelli sono sempre duri! 😛

Lady Oscar
Il padre cresce la figlia come un maschio e poi si lamenta che rutta l’ave Maria.

Mila & Shiro
La mamma di Mila abbandona la figlia per seguire la carriere pallavolistica. Stronza!

Occhi di gatto
Tre ragazze orfane cercano invano il padre credendolo vivo. Piuttosto che farsi adottare da due genitori gay preferiscono rubare.

Peline
La protagonista scopre che il nonno aveva disconosciuto il padre che era scappato in India per sposarsi con un’autoctona. We are family! 😛

Peter Pan
Orfani debosciati con allergia al sapone, piuttosto che farsi adottare anche loro da famiglie arcobaleno preferiscono uccidre pirati. Antesignani dei Marò.

Ranma 1/2
Ranma diventa una femmina quando si bagna. Il padre un Panda. Forse ha ragione Adinoldi, i panda sono portatori di virus gender.

Remì
Rapito in fasce e poi abbandonato al suo destino viene trovato per strada da una coppia che lo vende come uno schiavo a un suonatore ambulante. #mainagioia

Piccoli problemi di cuore
Miki, ragazza dai capelli castani, rimane di merda quando scopre che i suoi genitori divorziano perchè hanno conosciuto una coppia di scambisti alle Hawaii. Per non destabilizzare i vicini decidono di vivere tutti sotto la stesso tetto. Famiglie allargate e un po’ pepperine.

Belle & Sébastien
Madre abbandona il figlio in fasce. Lui in età puberale decide di cercarla insieme a un cane e scopre che è una rom.
L’incubo di Salvini.

Bisognerebbe non dare più credito ad Adinolfi. Non invitarlo, non commentarlo.
L’abbandono è l’unico modo per non sentirlo più. Questo è il consiglio.
Perchè se dai forza a uno che non si muove di un millimetro non saprà altro che costruire muri.

Il Portinaio

La stella della Senna
Cresciuta da due fiorai, dopo la loro morte si traveste per spaventare avidi borghesi. Proletaria cosplayer! 😛

IL PIRATA GERARD

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“Figliolo dovresti venire a curare tuo padre”
“Perchè?”
“Perchè è tuo padre cretino! E io devo andare a lavorare”
“Quanto mi dai?”
“Un pacchetto di figurine degli Amici Cucciolotti”
“Arrivo subito!”

L’ospedale della mia città è gigantesco. E’ una delle opere pubbliche più importanti della Lombardia. Sembra un’aeroporto.
Non so perchè l’hanno costruito, ce l’avevamo già un ospedale, era un po’ fatiscente, ma bastava solo restrutturarlo un pochino e pulire meglio i pavimenti.
E invece hanno preferito spendere un sacco di soldi. Ora abbiamo lo spazio per far atterrare gli elicotteri, un ristorante, il parrucchiere, la farmacia, il giornalaio,  il negozio per gli infortunati e persino la lavenderia con le lavatrici Miele.
Ci sono tre macro aree chiamate A B e C. Dentro ci sono i vari reparti. Per arrivare ad A devi camminare per almeno 500 metri in un corridoio lunghissimo dove alle pareti ci sono appesi disegni di bambini, opere di artisti locali e pubblicità imbarazzanti di centri ayurvedici e consultori per antiabortiste.
La camera di mio padre è la 351, nel reparto A, terzo piano, medicina generale B, ematologia. E’ la penultima in fondo a sinistra. Se ti perdi so cazzi tuoi.
Il suo nuovo compagno di stanza è il signor Gino. Uomo ottuagenario con un naso che fa ombra e pieno di lividi.
E’ un rompicoglioni.

“Scusa giovare ragazzo non è che mi puoi aiutare a versare l’aranciata”
“Dov’è?”
“Mi è caduta per terra”

Cosa devo fare? Mica posso abbandonare un vecchietto assetato. Dopo aver pulito per terra sono andato a comprare una bottiglietta al bar.

“Mi puoi prendere la cannuccia?”
“Dov’è?”
“L’ho persa fra le lenzuola”

Non chiedetevi il perchè. Io ho fatto finta di essere un operatore socio assistenziale. Ho alzato le lenzuola e dove si era infilata quella maledetta? Proprio dietro lo scroto.
Intanto mio padre faceva avanti e indietro dal bagno, perchè la sera prima lo avevano imbottito di purghe di ogni genere.
Mia madre l’ha fatto apposta. Lo so. Per punirmi.

“Ragazzo non è che puoi raccogliermi la dentiera?”
“Dov’è?”
“Per terra!”

Come un’automa mi sono avvicinato a quelle gengive finte. Le ho raccolte con due dita e appoggiate nel bicchiere di plastica. Poi senza neanche lasciare un messaggio di addio, mi sono dato fuoco.

“Figliolo puoi venire in bagno?”
“Senti papà, il culo te lo puoi pulire da solo”
“No, mi si è staccato il catetere della flebo dalla mano”

stanza insanguinata

E’ che cazzo. Sembra che sia passata Amanda Knox!
E adesso? Se chiamo l’infermiera ci caccia subito in psichiatria, se lo viene a sapere mia madre dice che sono un irresponsabile.
Mi tocca pulire anche qui.
Armato di santa pazienza, ho preso tutti i rotoli di carta igienica e ho fatto finta di essere Hilary. Ve la ricordate? La prostagonista del cartone animato sulla ginnastica ritmica.
Che bello, il bagno improvvisamente era diventato una palestra, la carta per il culo un nastro rosso e il cesso il podio olimpico.
Ho preso un 8.2, 8.5 e 9.7


Poi entrata l’infermiera e mi ha sgridato.
Sono fuggito al bar e mentre fumavo una sigaretta ho scoperto questo pirla.
E’ Gerard il pirata. Commenta su Youtube i video più cliccati in cerca di ragazze vogliose. La notizia è ormai vecchia, ma lui imperterrito continua la sua caccia ancora adesso, senza aggiornare il suo profilo.
Che sia il compagno di stanza di mio padre?

Il Portinaio

LA FESTA E’ FINITA

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Sono guarito.
Tutta la mia famigia era in uno stato catatonico.
Mio padre finalmente è uscito dall’ospedale. Ora è casa sano e salvo, ma soffre di nervo sciatico. Praticamente passa le sue giornate in piedi o sdraiato. Diventerà un cavallo entro l’estate.
Mia madre ha ancora male al dito del piede (QUI il motivo).
Io mi sono beccato l’influenza e uno stiramento del muscolo della spalla mentre giocavo a fare Mila & Shiro durante una partita di pallavolo.
A un certo punto ho pensato anche di farla finita. Un bel bicchiere di latte scaduto e una porzione di mozzarella con aflatossina prodotta dalla Ca.Bre di Verolanuova in provincia di Brescia e via…funerale formato famiglia e chi si è visto si è visto.
Poi ho pensato ai miei parenti. Tirchi come sono non avrebbero pagato il funerale e per sfregio ci avrebbero buttato in una fossa comune con i topi e i vermi.
Meglio vivere e sopportare.
Mia cugina è venuta a trovare mio padre una volta sola. E ci ha subito mostrato la sua nuova faccia.
A questo giro si è rifatta le orecchie.
Ridiamo! Ahahahahahahhah!

“Avevo i lobi troppo lunghi. Sembravano quelli delle vecchie e il chirurgo me li ha tagliati”

Faccia ammutolita!

“Però in giro dico che il cane mi ha strappato l’orecchino e che sono dovuta intervenire chirurgicamente”

Con me può stare tranquilla, il suo segreto non verrà mai svelato.

coniglio alice

Ma la cosa che mi ha più sconvolto è stato l’incontro con una delle vicine di mia madre che non vedevo da un po’ di tempo.
Lei è nota nel palazzo come quella “con il cane cattivo”.
Io sono stato uno delle sue vittime.
Qualche anno fa il suo pastore tedesco mi ha azzannato in garage.
Ora ho un buco sotto il ginocchio e non posso più indossare il kilt! 😛

Ci siamo incrociati nell’ascensore. E siccome sono abbastanza in confidenza con lei (visto che non l’ho denunciata per il morso) mi sono permesso di “commentare” la sua nuova bocca.

“Ciao! Ma che hai fatto alle labbra? Sembri Nina Moric!”
“E’ un miracolo che sia qui”
“Il chirurgo era in realtà un macellaio?”
“No”
“Sei allergica al silicone?”
“No”
“Sei caduta dopo l’operazione?”
“No! Ero in vacanza in Laos. Stavo facendo una gita in pullman. A un certo punto si sono rotti i freni e siamo andati a sbattere contro un altro pullman di koreani. Loro sono tutti morti. Io mi sono spaccata la bocca, quello di fianco a me ha perso il braccio, un altro l’orecchio…”

Che figura di merda che ho fatto! (QUI la notizia)

“Vabbè meno male! Comunque mia cugina conosce un chirurgo bravissimo. Se hai bisogno…”
“Non vuoi che ti racconto quando quello davanti a me ha rotto il finestrino perdendo due dita della mano?”

Il Portinaio

DARK SIDE OF JAPAN

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In Giappone è entrata in vigore la legge sulla sicurezza militare.
Da oggi le forze di autodifesa potranno intervenire all’estero in caso di attacchi agli Stati Uniti o ad altri paesi alleati.
E così il Giappone abbandona la sua “costituzione pacifista” e guarda in cagnesco la Korea del Nord e la Cina.
La Sanrio potrà finalmente produrre il carrarmato di Hello Kitty.

hello kitty carrarmato
Secondo alcune riviste di tendenza il 2016, dal punto di vista turistico, sarà l’anno del Giappone.
Però dovete sapere che un certo Kabu Terauchi ha sequestrato una ragazzina minorenne e l’ha tenuta segregata per due anni in casa. Senza farle guardare manco un cartone animato!!!
Ma è un paese sicuro il Giappone, infatti il rapitore è uscito di casa senza chiudere la porta e la povera sventurata non ha fatto altro che tornarsene dai suoi genitori.
Kabu è fuggito in un bosco, ma a nulla è servita la sua fuga, i poliziotti l’hanno acciuffato prima che si suicidasse tagliandosi la gola.
La Sanrio di risposta ha prodotto Hello Kitty in gabbia.

hello kitty prigione

Niculas Fernando, cattolico singalese è morto in un centro di detenzione per immigrati a Tokyo.
E’ il quarto in un anno.
QUI l’articolo su Internazionale.
16 sono state le impiccagioni sotto il governo del primo ministro Shinzo Abe.
Le ultime due sono state eseguite venerdì scorso. Che da noi era venerdì santo, ma in Giappone un giorno qualunque.
La Sanrio ha prodotto Hello Kitty con il cappio.

hello kitty suicide
Il Giappone si era commosso per la storia del povero struzzo fuggito dal giardino del suo proprietario e morto per cause misteriose. E’ successo di nuovo. Questa volta c’è andata di mezzo una zebra.
Secondo la mia amica Mia san l’equino a strisce apparteneva a un privato. Non si sa come sia finito in un laghetto di un campo da golf.
Secondo i media invece il logo della Juve era scappato da un maneggio. Durante la folla corsa ha trovato uno stagno in un campo da golf e perchè non approfittare per farsi un sano e fresco bidet?
Povera zebrina, l’hanno sedata mentre si lavava il sedere e…glu glu glu è affogata senza neanche cambiarsi le mutande.
La Sanrio ha subito lanciato Hello Kitty annegata.

hello kitty affogata
Giuro non volevo scrivere queste cose per disincentivare il vostro viaggio in Giappone, ma solo per presentarvi la mia ossessione della settimana.
Si chiama Dark Side of Japan. E’ uno Youtuber anomalo, con l’accento toscano e che ha molte cose da dire.

Il Portinaio


DARK SIDE OF JAPAN (e il servizio delle Iene)

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Oggi al negozio di mio zio parrucchiere mi sono saltati tutti addosso.
No, non era una scena di un film porno. E’ che lì dipendenti e clienti sanno della mia passione per la terra nipponica e, dopo il servizio passato ieri sera al Le Iene, (QUESTO il link) tutti avevano qualche cosa da dire.

Il reportage era ancora in onda che già la rete si scatenava.

Subito si sono formati gli schieramenti dei favorevoli, dei contrari e dei rissosi del web che intervengono a cazzo su qualsiasi argomento.

Coltelli e katane volavano ovunque…

Nadia Toffa, simpatica Iena promossa a presentatrice, si è fatta un giro a Tokyo e in una ventina di minuti ha provato a raccontare del complesso immaginario erotico giapponese, con le sue lolite e fantasie sadiche di dominazione, e delle pericolose derive pedopornografiche.

Io il servizio incriminato l’ho visto e un po’ mi puzzava. Aveva l’aria di essere un pretesto per farsi pagare una vacanza portando a casa un montato raffazzonato e banalotto, ma pruriginoso e con la roboante spocchia di un’inchiesta da Pulitzer.

La famigerata irriverenza de Le Iene è ormai solo stile di facciata. Inviati sempre più molesti, ma attenti a non pestare troppo i piedi di riguardo, trattano con lo stesso piglio incalzante e sarcastico piccoli e grandi abusi di potere, marchette per l’uscita di un nuovo libro-disco-film, drammatici casi umani e temi di attualità.

Ogni argomento sembra avere la stessa importanza, affogato in un insulso frullato di contenuti reso vagamente piccante da qualche balletto ammiccante, a volte da un bel paio di tette (ben inquadrate) e qualche ballonzolante pisello (scrupolosamente pixelato).

Così, dopo aver visto Mazzoli (la ‘mente’ dello Zoo di 105) correre in piena notte per Milano con addosso solo un calzino a coprirgli l’uccello, seguiamo la signorina Toffa alla scoperta dei torbidi e indicibili segreti della città di Tokyo.

Per capire più profondamente il legame che unisce manga hentai, idols adolescenti, maid girls, pedopornografia e sfruttamento della prostituzione minorile, Nadia Toffa si fa accompagnare da John Kaminari che, in quanto esperto di videogiochi, sembra avere le giuste competenze per eviscerare gli aspetti culturali, antropologici e sociologici della questione.

Insomma, il reportage non mi ha convinto e tantomeno scioccato.

Però la domanda che la Iena pone alla fine del servizio mi ha colpito: tutto questo “porcellame” di lolite e manga per adulti sublima un desiderio perverso o lo scatena?

Basta la lucida patina kawaii e il fatto che in Giappone sia socialmente accettata a rendere digeribile anche per noi la fantasia di stupro su un minore?

Molti fra i miei contatti yamatologi hanno rilanciato sulle loro pagine Facebook indignate campagne di denuncia e protesta contro il fenomeno delle spose bambine nello Yemen, contro l’atteggiamento omertoso e solidale nei confronti degli stupratori di gruppo in India, contro la barbara pratica dell’infibulazione nei paesi del corno d’Africa o contro l’obbligo del velo per le ragazze musulmane.

Ma se si parla di Giappone tutto sembra lecito e inaffrontabile, frutto di una tradizione culturale misteriosa e affascinante che criticare è tabù.

Suvvia, il fatto che sia patria dei miti della nostra infanzia non lo fa diventare il Paese dei Balocchi.

Nei miei viaggi a Toyko non ho mai frequentato i bar Akihabara con ragazzine vestite da scolarette che servono succhi di frutta pieni di coloranti e ho evitato i locali di Kabukicho dove sculettano fanciulle in età puberale.

Ma ho visto un porno shop e mi ha dato i brividi.

Perché se un paese votato al lavoro permette ai suoi maschi di scaricare lo stress consentendo la vendita di bambole-bambine con cui accoppiarsi ed eccitandoli con la pubblicazione di manga dove ragazzine vengono violentate da polipi, qualche critica credo se la meriti.

Io non sono un esperto e nemmeno mi vanto di essere “la leggenda di Tokyo”, ma il Giappone è un Paese che amo molto. Solo che cerco di discernere tra passione e realtà. Sennò mi diventa il cervello piccolo. E nel mio piccolo mi sto preparando per tornare presto a Tokyo. Tutto qui.

Detto questo il mio parrucchiere mi ha fatto dei capelli che sembro il cantante dei The Colors e un maniaco mi ha lasciato sul parabrezza dell’auto un dvd porno. Giuro!
Paese che vai sessuomane che trovi!

Il Portinaio

kanji giapponesi

DARK SIDE OF JAPAN (la guerra del povero)

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Se volete vivere l’esperienza della fioritura dei ciliegi e magari fare Hanami (il famoso picnic) sotto i petali che cadono come neve, vi consiglio di andare a Novara. In via Marconi c’è un albero gigantesco che pare de sta’ a Tokyo.

Già mi vedo contemplare i sakura e scrivere Haiku: “Ma Novara fa provincia? Scoreggio, rane che cadono”
E’ ancora fresca la polemica della Iena Nadia Toffa VS Giappone. Tutta la rete si è incendiata, ma quello che ne ha giovato di più pare sia stato quel furbetto, con il muso da furetto, di Marco Togni.
Chi è Marco Togni?
Uno Youtuber con scarse qualità di editing video che ha fatto la sua fama con ammorbanti filmini di lui che cammina per Tokyo.
Spassosi sono quelli del suo apparato digerente che riceve quintalate di sushi e altre cibi ricchi di zuccheri sintetici.

Qualche anno fa mi aveva pure commentato (QUI) e persino citato sul suo blog definendomi “impreciso”, pieno di cavolate, ma divertente, come se fossi una foca del circo.

Io non me la sono presa, mica sono permaloso come mia madre che tutte le volte che le faccio notare come pulisco bene il bagno con l’anticalcare risponde: “Cosa vorresti dire? Che io non lavo bene i cessi”.
Togni non scaturisce in me interesse, ammiro però che abbia trasformato la sua passione in un lavoro, ma non vedo in lui sincerità, obiettività e soprattuto umorismo. Soffre di un ego così grande che gli tocca sempre pagare per due.
Questa settimana è  tornato in auge. Ora organizza viaggi in oriente, si autodefinisce la leggenda di Tokyo e stimola in me pensieri morbosi.
“Si sarà sposato per amore o per avere il Visto?”
“Come fa a campare in Giappone se fa il fotografo di matrimoni?”
“E se fosse un agiato borghese trentino?”
“Quando sbaglia i congiuntivi è perchè non ha avuto un’istruzione decente nel suo paese di orgine?”
“Nei suoi video scherza sul fatto che sia ricco. E allora perchè si veste di merda?”
Sono tutte domande che uno dovrebbe chiedersi. I politici italiani non ci dicono la verità, fallo almeno tu Marco! Liberaci da questo dubbio.
Dicci qual è il segreto per diventare una leggenda.
(Le leggende non raccontano mai dei fatti puramente inventati, ma contengono sempre una parte di verità che viene trasformata in fantasia perché gli uomini vogliono scoprire sempre la causa di certi fatti che non conoscono bene e pertanto cercano di spiegarli con l’immaginazione. cit wikipedia)
Grazie al post di Togni sulla trasmissione delle Iene ho potuto riallacciare rapporti raffreddati dai social, cavalcare un’onda che ho sicuramente preso male e soprattuto conoscere il blogger Deusexmaghena, un mago della lingua.
Leggete il suo post QUI.
Giusto per fare un po’ il Portinaio ecco alcuni commenti pescati su Facebook tra la gente comune e Marco Togni il nuovo Terzani.

marco togni nadia toffa
Bisogna avvertire l’imperatore della sua presenza!

marco togni nadia toffa
marco togni nadia toffa
E se vince Bertolaso peggiorerà sicuramente! 😛

marco togni nadia toffamarco tognipio d'emiliaPio d’Emilia è l’unico che può mettere fine a questa polemica. Perchè diciamocelo ci hanno rotto tutti un po’ il cazzo. Tra commenti analfabeti, impreparati giappominkia e heaters ammaestrati…è ora di richiamare tutti all’ordine.
E come dice il mio amico “Perchè non lo fai tu un video in Giappone?”
Dio! Odio quando mi zittisce così.
Ma perchè sono povero e soprattutto pigro! 😛
Oggi poi è giornata di lutto, è morto Maldini e metà dei miei parenti vogliono andare al rosario. Io gli ho spiegato che di solito sono i famigliari stretti che partecipano a questo rito, ma ormai hanno già prenotato il pulmino, peccato non sappiano dove abiti l’ex giocatore del Milan.
Ora la smetto di fare l’avvocato di Pikachu e vi consiglio di andare a trovare Eriko Furukawa sulle colline livornesi. E’ un’artista, cuoca, con un’anima pacifista. Leggete QUESTO articolo e dimenticatevi di tutte le polemiche.
E giusto per chiudere in grande. Ecco come si fanno dei video di viaggio!
Vincent Urban Japan 2015.

In Japan – 2015 from Vincent Urban on Vimeo.

Il Portinaio

PER ELISA

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Paolo Madeddu giornalista e critico musicale ha recensito il nuovo disco di Elisa sul suo blog Amargine.
Madeddu scrive benissimo, diciamocelo subito. E spara subito cartucce pesanti su “On”.
Se volete leggere il suo pezzo cliccate QUI.
Il problema è che la coach friulana della squadra bianca di Amici non si è offesa per le cacche di uccello piovute sul suo lavoro, ma per una frase che tira in ballo il campionamento della voce di sua nonna usato in un brano.

“Bruciare per te, brano che rivela dove andrà a parare fin dalle prime note, con le tastiere che prendono la rincorsa in cerca della quaterna di accordi su cui appoggiare l’unz unz unz, ma preceduto e chiuso dal DeFilippismo assoluto della nonna di Elisa (credo) che canta Serenata a Marirosa di Otello Boccaccini”

Elisa on paolo madeddu

Non capisco se Elisa da quando frequenta il clan di Maria ambisca a diventare la nuova Cipollari oppure se abbia delle difficoltà con la lingua italiana.
Nessuno ha offeso sua nonna.


Ma si vede che il disco, con la copertina più brutta dell’anno (tra l’altro un po’ copiata da Elio e le Storie tese) ed Elisa dovevano rivelarsi per quello che sono.

gattini elio e le storie tese
Elisa è diventata un prodotto televisivo, da promessa alternativa si è trasformata nell’ennesima adepta della Signora della Tv.
Non è più la Bjork di Monfalcone, ma quella che fa Amici. La Pj Arvey della Bisiacaria è diventata nazionalpopolare, forse perchè affamata di gloria e meno di musica.
Peccato.
Perchè poi sul suo facebook si è divertita a leggere i commenti dei suoi fans che insultavano pesantemente il giornalista reo di aver detto quella che pensava. Che ci sta. E’ il suo mestiere.
Cari cantanti dovreste adottare il motto “I don’t give a fuck”, senza trovare scuse a cui appendervi sennò, fatevelo dire, siete permalosi!
Per le balle di Fra Giulio Elisa dillo che ti sei offesa per il giudizio e che la nonna era solo una scusa. Perché se non è così allora non sai veramente l’italiano.
Detto questo mi chiedo come tu possa ancora rimanere seduta sulla sedia di Amici in compagnia di Anna Oxa, la Bertè e Morgan. Per Dio sono da Tso!
Dammi di più, fammi vedere che sei una donna felice del suo mestiere. Possibile tu abbia scelto haters e smanettoni come tuoi legittimi difensori?

Il disco poi è discutibile. Madeddu non ha tutti i torti. Ma alla fine questa polemica ha fatto bene a entrambi.
E a me interessano i pettegolezzi, quindi siete manna dal cielo.

Elisa on

 

Elisa on

 

Elisa on
Questo commento è fantastico:

Elisa on
Questa “giornalista” l’ho rintracciata e scrive QUI (è imbarazzante)

Cara Elisa ti lascio con una tua citazione e una domanda:

e sembra veramente che tu sappia tutto e niente riesce più a ferirmi a farmi male arrivare a distruggere scalfire o anche solo minacciare quel che c’è di buono in me
(Elisa)

Il gatto l’hai castrato? 😛

Il Portinaio

I FIGLI DELLA LUCE (e anche del design)

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Milano si è appena ripresa dalla settimana del Salone del Mobile.
E’ quasi un obbligo viverlo. Un po’ perché in giro per la città ci sono eventi e installazioni che la rendono più carina e poi perchè trovi sempre storie da raccontare e personaggi alquanto bizzarri.

salone del mobile 2016
Il nuovo centro culturale “Base”, nuovo polo di eventi e mostre, ha subito pestato una merda. Ha dedicato un piano a bancarelle di collanine e magliette.
Niente mobili. Niente designer cinesi.
Zona Tortona era invasa da opinabili creatori di mode.
Uno su tutti questo:

salone del mobile

Va bene che c’è la crisi e che dobbiamo reinventarci, ma almeno un pochino di gusto estetico.
Ho fatto il pieno di oggetti, sono andato in loop dopo dieci minuti. Ma solo una mi ha folgorato sulla via di Scavolini Damasco: tale Daniela Dallavalle.
Artista poliedrica presenta al quinto piano di un palazzetto in via Tortona 9 un potpourri di cose senza senso. C’erano sedie impreziosite con chicchere bianche, abiti lasciati al porto in balia di gabbiani con la dissenteria,

daniela dallavalle

gambe di manichini legate a tronchi di legno,

salone del molbile zona tortona

occhi lacrimanti che pendevano come acchiappasogni

daniela dallavalle

e maschere di dolore che cercavano di baciarsi.

salone del molbile zona tortona

Il tutto inframmezzato da frasi fatte e senza senso scritte a mano da qualche ripetente di un corso di calligrafia di provincia.

salone del mobile
Il suo pezzo top è la seduta a forma di cilindro che ha chiamato simpaticamente Chillin…dro.

salone del mobile
Meno male che c’è qualcuno che stimola la mia fantasia.
Daniela è una performer di body painting, una stilista, una designer d’interni, una pittrice, una scultrice di candele. Ma scegliere un mestiere e farlo bene?
QUI il suo sito.
Questa è lei, con qualche problema di daltonismo. (notare i piedi)

daniela dallavalle

Nel mio vagare senza una meta sono finito davanti alla chiesa di Sant’Eustorgio.
A mezzanotte era ancora aperta.
Forse ci sarà qualche matto progettista di altari nuziali.
E invece ecco arrivare il volantinatore folle, speriamo non sia qualche Pr di feste imbarazzanti.

“Ciao noi siamo i figli della luce. Vieni anche tu all’incontro con Don Roberto Petruzzi, porta i tuoi amici ammalati, pensionati, disoccupati e depressi”
“Scusa?
“Noi riusciamo a guarire le persone”

Ho preso il volantino senza dare troppo peso a quello che diceva.

salone del mobile

Mi sono fatto un giro in chiesa e ho notato che c’erano un sacco di giovani che pregavano, cantavano e facevano la coda per inginocchiarsi davanti al tetro dossale che raffigura papi, angioletti e il poverò Gesù crocifisso.

Mentre uscivo ho dato un occhio al modesto flyer e ho notato che i Figli della Luce sono ispirati dall’esorcista Gabriele Amorth. Io questo lo conosco. (ne avevo già parlato QUI)
Devo saperne di più.
Sono corso fuori con i miei amici a cercare il sensibilizzatore sociale.

“Mi scusi buon uomo…”
“Ciao noi siamo i figli della luce. Vieni anche tu all’incontro con Don Roberto Petruzzi porta i tuoi amici ammalati, pensionati, disoccupati e depressi”
“Me l’hai già detto prima”
“Allora vieni al nostro incontro il 23 Aprile a Milano. Ci sarà Don Roberto Peruzzi che con il suo forte carisma è in grado di guarire le persone che hanno 7/8 patologie”
“Veramente?”

Poi quei comunisti radical chic dei miei amici l’hanno guardato in cagnesco e mandato affanculo.
E io non ho potuto avere l’opportunità di conoscere l’esorcista Amorth.
I Figli della Luce sono un gruppo di preghiera. Secondo il loro sito sono nati per volontà del Padre e pregano costituendo cenacoli di preghiera presso le famiglie. Ma nei cenacoli il Menù è fisso oppure c’è l’All you can eat? 😛
Dal sito non si capisce una mazza di cosa facciano. (QUI) La loro pagina Facebook ha pochissimi follower, ma sul volantino viene riportato il programma del prossimo evento che si concentra sul potere di liberare e guarire, grazie all’esperienza di Don Roberto Peruzzi. Liberare da cosa però?

salone del mobile

 

Ore 13.30: Preghiera di Lode e invocazione spirito santo (speriamo anche torneo di Burraco)
Ore 15:30: Coroncina della divina misericordia e intervento di Suor Angela Musolesi (Corsi di Alligalli per i più devoti)

La suora è una studiosa di esorcismi. Dichiara (QUI) che le preghiere per la liberazione dal demonio, dallo stress e dalla sfiga possono essere fatte solo se il diretto interessato è presente nel gruppo, nel caso dovesse mancare all’appuntamento può comunque telefonare per ascoltare i carismatici allontanare il demonio dalla sua vita.
Chissà se la Tim fa delle offerte per questo tipo di pratiche.

Ore 17:00 Preghiera di guarigione e passaggio del Santissimo in Assemblea, testimonianze di guarigione, benedizione con olio esorcizzato. (Cerette e cure estetiche per le più bisognose)

Ma la merenda non la fanno?

Ore18:30 Processione finale con Statua di Madonna Santissima di Fatima. (Saggio finale di Zumba)

Don Roberto Peruzzi (QUI il sito) è un sacerdote diocesano che pare guarisca con l’imposizione delle mani o chissà con quale scettro magico. Magari è Sailor Moon travestita da prete.
Nel volantino viene anche offerta una possibilità di carriera, fino ai più alti livelli.
Non ho capito molto bene il lavoro che viene proposto, ma questo vi sembra un annuncio?

salone del mobile

I miei amici non mi vogliono accompagnare all’incontro con i figli delle luce, ma forse hanno ragione loro, questi sembrano più sciacalli pronti a sbranare anime perse. Si fanno portavoce di personaggi discutibili e illudono chiunque incroci il loro sguardo. Mi sa che la loro madre non è la luce, ma una che fa il mestiere più antico del mondo.
(Che non è la prostituta, ma il cacciatore) 😛

Il Portinaio

PADRE NOSTRO (Iva Zanicchi non ci sta più dentro)

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Prendi un presepe vivente e una cantante in età avanzata, aggiungi un coro di bambini e mettici pure la voce di Bergoglio.
Ecco il ritorno musicale di Iva Zanicchi featuring Papa Francesco.
Tratto dall’album “Padre Nostro”, uscito il 1 Aprile. Il cd contiene alcune tracce del Musical “il Primo Papa” e da “L’infinitamente piccolo. Le vie dei pellegrinaggi” di Angelo Branduardi.
Un disco da non perdere!
Il video è stato girato con due euro. La povera Iva si presenta con una piega effetto “mi sono appena alzata dal letto” e una mise degna di nota: lupetto nero con serafina morbida color melanzana per nascondere le abbondanti mammelle.
E’ spendeteli sti soldi! Che vi costa chiamare almeno una parrucchiera qualunque?

Habemus il tormentone trash dell’estate.
Ricordiamo che Iva quando è stata Europarlamentare (in quota a Forza Italia) aveva votato a favore della revisione della direttiva europea sugli animali usati per la sperimentazione scientifica, dichiarando dopo le polemiche: “Mi sono fidata dei miei assistenti… Non posso mica seguire i lavori di tutte le commissioni!

E’ giunto il momento che anche L’aquila di Ligonchio si unisca al clan di Claudia Koll e Brosio. E che la Madonna interceda per tutti e tre.

GITARELLA AL CENTRO COMMERCIALE “IL CENTRO” DI ARESE (con mia madre)

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I miei genitori hanno fatto l’esame dell’udito.
Mio padre nonostante le sue alterazioni fisiche ci sente bene. Mia madre invece pare stia diventando un po’ sorda.

“Mamma hai visto Rita Dalla Chiesa che faceva un comizio a favore della Meloni?”
“Vende i meloni?”
“Ma cosa dici!!! Ha fatto una pantomima sui matrimoni gay durante un raduno di fascisti pro-Salvini”
“Cosa? Vuole far sposare dei gay con Salvini?”
“Senti ti va di andare al centro commerciale di Arese?”
“Non mi piace il pavese. E’ pieno di zanzare”

L’ho caricata con la forza mentendole spudoratamente.
Il Centro (questo il nome del centro commerciale…mamma mia che fantasia) sorge sulla ex Alfa Romeo di Arese. Per arrivarci ci sono due strade. Quella normale, ricca di semafori e rotonde, oppure l’autostrada. Per chi viene da Varese è consigliata l’uscita di Lainate, che ha un casello con solo tre porte.
Ovvivamente quando hanno costruito il centro commerciale non hanno pensato all’affluenza che avrebbe generato.
Nel parcheggio abbiamo girato come dei randagi. A un certo punto ci siamo fermati di fianco a una signora che stava caricando la spesa sull’auto.
Lei ha fatto finta di niente. Ha rimesso il carrello al suo posto, controllato il trucco allo specchio, aggiornato i suoi social, fumato una sigaretta. Poi mia mamma spazientita…

“Scusa, ma abiti qui o lo stai facendo apposta?”
“Sto aspettando mio marito che si è dimenticato di comprare le mutande”
“E non vedi che siamo qui ad aspettare come degli scemi”
“Il parcheggio è grande, potete andare da un’altra parte”

I centri commerciali rendono le persone brutte. Nel verso senso della parola. E’ come se ci fosse un virus.
Orde di persone vestite male arrivano come zombie pensando di trovare chissà quale cura alla loro frustrazione estetica.
Le gang di ragazzini hanno fatto loro questi luoghi. Abitano davanti alle porte scorrevoli, con i loro boxer a vista e i cuccioli di pittbull.
Mi avranno scroccato 3 sigarette in cinque minuti.
Io li odio. Con le loro tute del cazzo e quei ciuffi alla El Shaarawy.

Ad accoglierti all’ingresso del Centro ci sono un Birrificio, una Piadineria, il ristorante emiliano e un’enoteca.
Il colosso KFC è al primo piano, quasi fosse una specie di oracolo da venerare.
C’era la coda alle 4 del pomeriggio. Secondo me vendono miracoli fritti e le commesse fanno vedere i capezzoli. Perchè non si può spiegare questa cosa, ma soprattutto non puoi fare merenda con del pollo fritto.
Mia mamma ha già male ai piedi ed è allucinata dalla quantità di persone che camminano e urlano.
Per rendere appettiso questo post l’ho lasciato in mano a lei.

“Allora adesso devi prendere appunti e scrivere tutti i nomi dei negozi”
“Ma tu sei scemo!”
“Allora tu leggi le insegne e io scrivo”

Sembravamo due addetti alla sicurezza.

“Allora figliolo prendi nota. Qui c’è Benettò, sAslei, Calvinclei e Ifgier”

Che tradotto è: Benetton, Sisley, Calvin Klein e Tommy Hilfiger.

L’unica cosa che mi ha attirato in questo posto è il negozio della Lego. Oppure dovrei dire l’unica cosa che mi attirava di questo posto era il negozio della Lego. Praticamente non esiste.
E’ un locale grosso come il mio salotto con due scaffali e quattro scatoline di mattoninci colorati. Nulla di più.
Anche Primark, il marchio londinese dei vestiti economici è qualcosa di indescrivibile. Sembra di entrare in un negozio dell’ex unione sovietica. Regna il poliestere, l’uranio impoverito e i prezzi sono veramente bassi. Però muori dopo sette giorni.

“Figliolo, ma che schifo qui dentro! I vestiti non hanno forma e la gente parla ad alta voce”
“Mamma purtroppo i poveri vengono qui”
“Ma sono anche scemi!”

Come biasimarla.
Il Centro potrebbe diventare un bellissimo set per la nuova stagione di Walking Dead. Vengono studiati percorsi, stimolati i sensi e distrutti i pochi neuroni dei clienti.

“Scrivi che qui c’è Napapui (Napapijri), Armoni e black (Harmont & Blaine) e Orgasmi”
“Cosa hai detto?”
“Aspetta che metto gli occhiali…Origani”

Mia mamma nonostante l’età e il suo abbondante seno continua a provarsi magliette di pizzo per ragazzine di 16 anni. Poi si lamenta ad alta voce che non fanno le taglie forti.
Il Centro è un riassunto di qualsiasi corso cittadino ormai globalizzato. E’ comodo perchè trovi tutto e non puoi inciampare in qualche museo o mostra. Non sia mai che ti venisse voglia di cultura.

“Qui abbiamo Terronanova, Giecgi0′ e Pull bir”

Traduzione: Terranova, Jack Jones e Pull & Bear.

Il negozio preferito di mia madre è Zara Home, perchè dice che è pulito, profumato e ordinato. Si stupisce sempre come io possa frequentare H&M e l’Oviesse.
In effetti i miei jeans durano giusto due lavaggi. Proprio l’altro ieri mentre l’aiutavo a spostare i vasi mi si è aperto in due il pantalone. E sono rimasto con fuori i testicoli tutto il pomeriggio. Visto che anche il mio intimo non è di grande qualità. (Tezenis ti fischiano le orecchie???)
Una bambina sulle scale mobile domanda al papà cosa voglia dire H&M.
Lui tutto orgoglioso risponde:

“E’ una sigla. M sta per Madonna. Perchè è suo questo negozio”
“E H?”
“Di Hotel!”

Al Centro trovi anche il negozio Desigual, il brand spagnolo tutto colorato che manda in tilt le diottrie.
Per le scarpe da ginnastica c’è un sacco di scelta: da Footlocker (QUI quando ho fatto il colloquio da loro) a quegli stronzi di Aw lab, che non mi hanno assunto con questa scusa:

“Perchè sei venuto qui per cercare un lavoro con il bel curriculum che hai?”
“Mi avete chiamato voi”
“Ma è come tornare indietro”

oppure ci sono quegli scellerati di TreEsse che mi hanno rimbalzato per l’età.

“Scusa avevamo letto 1986 sul tuo curriculum. Invece hai dieci anni in più”
“Quindi?”
“Noi assumiamo solo gente giovane”
“Va bene. Andrò a guardare i cantieri”

Mia mamma si è provata un paio di scarpe. Per l’esattezza queste.

scarpe da ginnastica strass
Appena vede tre strass esce pazza.
Questo il dialogo semiserio fra lei e il commesso pirla.

“Sono molto belle, ma mi sento andare indietro”
“Ma ha il tacco dietro”
“Io ho bisogno di un po’ di zeppa”
“Ma ha il tacco dietro”
“Non è un tacco. Io ho bisogno di un po’ di zeppa”
“Ma ha il tacco dietro”
“Senti ragazzino io ho venduto scarpe per 30 anni. Se per te questo è un tacco ti consiglio di cambiare lavoro, non mi prendere in giro che io ho 40 anni più di te e una certa esperienza. Mi chiamavano Miss sorriso, ero la più bella di tutte le commesse del corso, ero stata anche eletta impiegata dell’anno e ho perso per un soffio la fascia di Miss Muretto ad Alassio solo perchè mio padre ha sbagliato uscita dell’Autostrada e ci siamo persi ad Arma di Taggia. Alla fine con i risparmi di una vita ho aperto un esercizio tutto mio, ho cresciuto un figlio e ho un marito disabile a cui hanno amputato una gamba, oggi c’è freschino, avrei dovuto portarmi delle ciabatte e in questo centro commerciale c’è puzza di fritto. Quindi questo non è un tacco. Io ho bisogno di una zeppa! Ok?”

Mia mamma crede che il negozio Mango sia stato aperto dai parenti del noto cantante scomparso due anni fa.
Di Pittarosso non ha stima, ma solo perchè non si capisce un cazzo quando entri e tutte le scarpe sono di pessima fattura.
All’ingresso del negozio fashion Motivi un cartellone strilla “Una ragazza dovrebbe essere di classe e favolosa”.
Certo finchè non si accorge che indossa abiti cuciti da poveri sfruttati e sottopagati.
C’è ogni genere umano al Centro di Arese.
Ci sono signore che parcheggiano poveri anziani sulle panchine con un gelato in mano, bambini impazziti che piangono per ogni cosa, milf in assetto da guerra pronte a sedurre giovani con l’ormone impazzito, bambine che si travestono da veline con dieci Euro, mamme masochiste con passeggini gemellari, cretini che lasciano pisciare i cani sugli orli dei jeans di Bershka (giuro l’ho visto) e matte che camminano con tacchi alti 14 centimetri.
Possiamo decidere di non frequentare questi posti, ma non possiamo fare finta che non esistano. Difficile sperare il loro fallimento, ma se la storia è fatta di corsi e ricorsi, magari fra qualche anno ritorneremo a una società medievale e potremo finalmente coltivare e produrre solo quello che ci serve.
Ma soprattutto potremo bruciare le commesse di Tezenis come streghe eretiche! 😛

Il Portinaio

“Figliolo c’è Talli uelli, Ascolt e Calzemonia”
“Si dice Tally Weijl, Alcott e Calzedonia”
“Ho capito, mica sono sorda!”

Poi c’è questa qui!!!

SE AL MET GALA PARTECIPASSERO I MIEI PARENTI

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Il Met Gala è una raccolta fondi annuale per il Metropolitan of Art’s Costume Institute di New York City.
E’ uno degli eventi più importanti della città e tutti escono pazzi per guardare i vip vestiti dagli stilisti più trendy.
I giornali si divertono a stilare classifiche come se il futuro del mondo dipendesse dalla scollatura di Byoncè o dalle tette di fuori di Madonna.
I cronisti americani a volte mi sembrano dei disadattati.
Quando c’è un red carpet, e magari tu sei lì perché candidato a un premio importante, la prima cosa che ti domandano è:

“Di chi è il vestito?”

Puoi essere un attore impegnato, magari un premio oscar. Ai cronisti d’assalto interessa fare la marchetta così i fatti brutti vengono dimenticati per qualche giorno e le casalinghe possono sognare.
Ogni anno il Met Gala lancia un tema e la star convocata deve presentarsi con un dress code adeguato.
Quindi se nell’invito c’è scritto “Frutti di mare fashion” devi pensare a qualcosa di simile a questo:

cozzara

Se l’impostazione del party è la moda e il veganesimo devi indossare almeno una mutanda di asparagi e un abito di broccoli e verze. Mi raccomando niente carciofi che pizzicano!

abito vegano
Per il 2016 è stato scelto il connubio tra moda e tecnologia con la mostra Manus x Machina: Fashion in an Age of Technology, che nessuno mai vedrà.
Ma a noi poveri interessano gli out fit, chissenefrega di stu Manus che non l’ho mai incontrato nemmeno all’Esselunga.

Una mia parente una volta è arrivata alla cresima di un mio cugino di ottavo grado con un abitino con placche in acciaio inox 18-10. Vista la mole assomigliava più a una pentola a pressione e dopo circa venti minuti ha incominciato a fumare.
La battuta più fine che si è becccata è stata: “Uè guarda che ti bolle la patata”.
Deve avere avuto lo stesso problema Kim Kardashian agghindata come la planetaria della Kenwood, pare che qualcuno l’abbia vista montare gli albumi con il sedere.

Andrew H Kim Kardashian met gala 2016
Beyonce è sponsor ufficiale della Durex.

Andrew H beyoncè met gala 2016

Un condom che cammina. Mi chiedo quanti batteri si siano formati sotto le sue ascelle.

A Taylor Swift invece devono aver fatto uno scherzo.

“Adesso ti bendiamo e ti portiamo al negozio cinese. Nel frattempo ciuccia questa liquirizia”

taylor swift met gala 2016

Mia zia al matrimonio di suo figlio si presentò con una capigliatura assurda e un collare elisabettiano che il prete non voleva farla entrare in chiesa perchè credeva fosse un levriero afgano appena uscito dalla sala operatoria.
L’altra mia zia invece aveva un cappello talmente grande che tutta la mia famglia si lamentò perchè durante la funzione non riusciva a vedere gli sposi e nemmeno il crocefisso di 8 metri con il Cristo sanguinante.
Le testimoni di nozze quando si sono palesate all’altare avevano fatto sussultare i chierichetti.
Per fare le originali erano andate da un sarto e avevano scelto la stessa stoffa per l’abito. Ma avendo caratteri e fisici completamente diversi una ricordava Madre Natura con tanto di corona di fiori e cacate di uccello in testa, l’altra una virago con le mammelle al posto degli orecchini.
Madonna è apparsa alla festa newyorkese con la sindrome della lolita. Ha deciso di omaggiare porcelle sadomaso, le regine di Games of Thrones e pornostar di periferia.
10 al culo ancora sodo, 3 ai capelli fritti.

madonna met gala 2016
Lady Gaga in armatura di adamantio preferisce il tacco estremo a quello comodo Valleverde.

Andrew H Met Gala 2016 Lady gaga
La stampa non può entrare all’interno del Met Gala, quindi nessuno sa cosa succede durante il party.
Ma qualcuno ha postato una foto della Germanotta mentre si grattava l’alluce sotto il tavolo.

piede strano
Mia mamma non sa cosa indossare al matrimonio di mia cugina Michela. Sarà fra due mesi, in pieno caldo tropicale. Io le ho consigliato un mix tra un fresco abito provenzale e un corpetto stile amante delle sculacciate, come ha fatto Selena Gomez, ma ha storto il naso, poi mi ha sottolineato che ha il seno abbondante e quindi potrebbe rischiare un’ischemia.

selena gomez
Forse potrebbe optare per un gonnellone da usare anche come bidone della raccolta differenziata.

dolce e gabbana met gala
L’unica che non avrà problemi è sua sorella, che non è stata invitata per motivi legati a liti passate su misere eredità.
Sicuramente risparmierà un sacco di soldi, eviterà il fotografo invadente e non verrà presa per il culo per i prossimi dieci anni, visto il cattivo gusto che si ritrova.

Il Portinaio

nicki minaj


IL RE DEI PAGLIACCI

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Le condizioni di mio padre all’ospedale sembrano migliorare, nonostante la sua situazione sia critica.
Nella mia famiglia le malattie si vivono o in maniera teatrale e oppure nel silenzio più totale.
Una mia zia ha subito una piccola operazione al cuore e non ha detto niente a nessuno, forse per paura che qualcuno potesse verderla struccata.
Un’altra invece vive costantemente con medicinali che usa al posto delle caramelle.
Se vuoi una mentina ti rifila cardioaspirine, se preferisci un chupa chups ecco servito dell’antibiotico pronto da leccare, al posto delle stringhe di liquirizia ci sono dei gustosissimi diuretici e se per caso chiedi un caffè ti viene rifilato del Vicksmedinait.
Mia cugina, che ha subito un’operazione delicata, ogni volta che deve fare un check out medico pensa sempre a come potrebbe uscirne ringiovanita.
Esempio.

“Ha un herpes alle labbra”
“Posso gonfiarmele?”
“Dovrebbe operarsi di cataratta?”
“Nel frattempo una blefaroplastica?”

Essendo in tanti ci ammaliamo abbastanza frequentemente. Poi quelli più cagionevoli rischiano di più.
Mio padre ormai è diventato come il progratonista della favola del Lupo di Esopo.
Tutti i parenti credono che stia bene e risolvono la questione con una telefonata.
Ad oggi l’unico che si è presentato è stato il fratello di mia madre, dagli altri manco un whatsapp.
Meno male che abbiamo molti amici, così ogni tanto riesco a prendere fiato e posso stare a casa a lavare le mutande.
Oggi però sono stato costretto a rimanere tutto il giorno in camera con mio papà.
Non essendoci la televisione e un compagno di stanza con cui chiacchierare cerchiamo di divertici con poco.
Di solito lui scoreggia. Perchè è un po’ stitico e prende questa purga fatta con ali di pipistrello, fegato di drago e carcassa di antilope. Ogni volta che fa un peto bisogna evacuare l’ospedale, chiamare i pompieri e rianimare qualche vittima dei suoi afrori.
Poi giochiamo a lanciarci i fazzoletti sporchi di muccio del naso, facciamo le “penne” con la carrozzina e commentiamo gli altri invalidi del reparto.
C’è quello che vaga come uno zombie e parla da solo, la signora con l’ossigeno che si lamenta sempre e la rom con problemi circolatori che ha i capelli tutti schiacciati con la forma del cuscino, delle unghie da arpia e un dente ogni quarto d’ora.
Mia madre, da brava cattolica, mi dice sempre:

“Se vai giù a prendere il caffè portati dietro il cellulare, il portafoglio e le chiavi dell’auto”
“Perchè?”
“Bisogna stare attenti”
“A chi???????”

E mi indica con il dito la stanza a fianco.

“Quella di fianco è una zingara e di solito quelle rubano e ti fanno la cacca sul letto”
“Guarda che non riesce a camminare”
“Però ha tre figli!”

Stamattina mia madre ha pagato cappuccini e brioches a due extracomunitari di colore perchè gli facevano tenerezza. Poi però quando si trova davanti ad altre etnie, che nella sua testa identifica come pericolose, le prende quella piccola vena di razzismo, che hanno tutti i miei parenti.
Mia zia ad esempio ha un sacco di appartamenti che non riesce a vendere. Uno dei tanti l’ha praticamente regalato alla sua colf ecuadoregna.

“Vedi ci stanno invadendo. Ormai si comprano tutto”
“Veramente sei tu che gliel’hai venduto”

La diagnosi è una sola. Tutta la mia famiglia, fino al sesto grado, è dispercettiva. Me compeso. Fate conto che mi vedo biondo! 😛

– La dispercezione, secondo il dizionario, è un’ alterazione della facoltà di percepire, di acquisire cioè, mediante i sensi, informazioni su sé stessi e sul mondo circostante. (mia zia pensa di avere 30 anni e di essere l’erede di Maria Tudor detta la sanguinaria)

– La dispercezione comprende riduzione del numero di elaborazioni in un determinato tempo, disfunzione della loro sintesi e mancata integrazione con le altre facoltà mentali. (Per mio cugino esiste solo l’Inter)

– Tali difetti di organizzazione soggettiva degli stimoli sono tipici del delirio e degli stati confusionali acuti. (Mia zia pensa di essere stata truffata dai suoi fratelli nonostante io gli abbia giurato che il nonno aveva 1000 lire sul conto corrente)

– Anche la mancanza di attenzione può generare una dispercezione.
I dialoghi con mia cugina:
“Ciao lo sai che il mio papà è all’ospedale?”
“Oggi mentre attraversavo le strisce pedonali un camionista mi ha detto -bella figa”

La dispercezione è spesso accompagnata, per questi motivi, a disorientamento nel tempo e nello spazio. Gli errori di valutazione degli stimoli ambientali e il mancato riconoscimento delle persone sono un altro suo aspetto, che può portare ad allucinazioni.
Una mia zia pensa che i suoi cani siano gli unici parenti a cui voler bene e che siano i più belli del mondo nonostante abbiano una fiatella di cadavere e zolfo. Vive in una partita di burraco perenne.

Mia madre ha avuto la malaugurata idea di portare una suora in camera per farci fare la comunione.
Mio padre si irrita quando vede preti e cosplayer cattolici, ma ha comunque preso l’ostia. Io ho fatto un sacco di selfie da pubblicare su Instagram e sono riuscito a immortalare la suora dietro la tenda arancio che maliziosamente sembrava stesse facendo altro. Poi mi sono preso gli sgridi dalla mamma!

suora in ospedale

A metà pomeriggio sono arrivati i clown, con i loro nasi finti e i palloncini.
Uno di loro si è avvicinato a un paziente a cui avevano appena amputato un piede e gli ha detto: “Dai…se ne fa fare uno di legno da Geppetto”.
Intanto non c’è un cazzo da ridere. Poi come ti viene in mente di fare una battuta del genere? Non lo sai che ormai ci sono protesi in fibra di carbonio? Mica siamo all’Ikea! 😛
Mia madre ha cercato di intrattenerli con i suoi monologhi sull’amore per la famiglia, poi ha degenerato. Li ha legati con una corda e obbligati ad ascoltare tutta la sua storia, da quando mi aveva dato alla luce con un parto “asciutto” fino allo scippo che ha subito all’Esselunga il Natale scorso.
Infine ha sottolineato che è molto innamorata di mio padre, che io sono il figlio più bello del mondo e che siamo dei disordinati sporcaccioni. Quindi suo malgrado le tocca farci da geisha, così almeno non pulisce due volte.

Sono andato a fumarmi una sigaretta fuori dal balcone, di fianco agli spogliatoi dei clown.  La più anziana commentava mia madre: “Ma come si fa ad essere contente di fare la Geisha. Io sono per la parità dei sessi, io non so certa gente…”

Mi sono affacciato giusto per farmi vedere, poi sono corso in camera di mio padre, ho preso il palloncino e gli ho fatto una foto.
Allora chi è quello che fa più ridere?

pagliaccio

Il Portinaio

 

SCUOLA DI FORMAZIONE PER FAMIGLIE

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La “talebana” cattolica Annalisa Colzi, fonte di notizie bizzarre sul mondo ecclesiastico, mi ha fatto scoprire questo corso che vorrei proporre ai miei parenti.
E’ indetto dall’Abbazia di Farfa, comunità benedettina vicino a Rieti, che si vanta di poter educare sposini e famiglie con problemi di convivenza comune.
Per accedere al seminario è facile,  basta scrivere a: masterfarfafamiglia@gmail.com comunicando i propri dati e pagando 50 Euro annuali + 40 a ogni rinnovo.
Il corso è on line, ma i più coraggiosi possono recarsi nel monastero e ricevere dai docenti preziose dottrine e consigli utilissimi.
Neanche nel Mulino Bianco avevano osato tanto!.

Vediamo insieme come si divide questa didattica e speriamo che all’esame finale si possa copiare! 😛

Lezione 1
La progettazione e l’arredamento dell’abitazione per un rinnovato modello di vita familiare

“Ti avevo detto di non mettere il lampadario sopra la vasca che è pericoloso!”

bagno di lusso

Lezione 2
Il lavoro domestico, le abilità tecniche per il mantenimento della casa, le regole di saggezza per il corretto uso dei moderni strumenti elettronici

“Mamma il silkepil fa scintille!”


Lezione 3
Le abilità manuali e artistiche per la decorazione della casa

testicoli di gatto

Lezione 4
Il riciclo, il risparmio, la cura dell’ambiente

“Non ho capito con cosa devo lavare i piatti!”

libro per bambini

Lezione 5
Il giardino, l’orto, i fiori, le piante, gli animali domestici

“Comunque volevo un pony”

Lezione 6
Le arti di una cucina buona, varia, sana, economica

“Buona questa zuppa. E’ surgelata?”

Lezione 7
Le arti del gioco manuale divertente e istruttivo in collaborazione tra adulti e bambini

http://portinaio.tumblr.com/post/144002021302

(Comunque il cane è sopravvissuto!)

Lezione 8
La musica e il canto, sacro e profano, per la vita familiare

Lezione 9
La poesia e la lettura per la cura dei sentimenti e per la gioia comune

Lezione 10
La calligrafia e la scrittura artistica

“Muoviti che se ci beccano dobbiamo scrivere con gli orifizi”

vicky il robot

Lezione 11
La formazione religiosa e la trasmissione della fede ai piccoli

“Forza bambini è l’ora delle preghierine”

Lezione 12
L’esercizio della carità e della solidarietà sociale

“Tieni il mio chupa chups, a me non piace”


Ora ripassate e cliccate QUI.

Il Portinaio

SONO STATO IO (anche a bloccare Mario Adinolfi)

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Sono tornato sano e salvo.
Qualche giorno fa il mio blog è caduto in un limbo. Improvvisamente tutto era off line, mia madre gioiva sul balcone sventolando il reggiseno (tra l’altro grande come una bandiera) e io piangevo in un angolo più o meno così:


Anzi no! La mia reazione è stata questa:


Poi è arrivato il mio webmaster e mi ha detto: “Scusa sono stato io”
Per errore ha schiacciato un pulsante del suo computer e il Portinaio si è spento. Abbiamo passato giorni a recuperare post e commenti, immagini e filmati. E dopo smanettamenti degni di un onanista il blog è risorto. (Ora però siamo ciechi!)
Da bambino tutte le volte che succedeva un guaio davano la colpa a me.
Quegli stronzetti dei miei cugini combinavano disastri a non finire, ma siccome ero il più piccolo prendevo sempre gli sgridi.
Non ero stato io ad alzare il riscaldamento a 42° il giorno di Natale e a mandare in sincope lo zio malato di cuore e nemmeno io ero stato a scrivere la lettera piena di parolacce indirizzata alla vicina di casa di mia nonna.
Ma nessuno mi credeva. Quella merdaccia di mio cugino aveva preso carta e penna e iniziato a compilare una lista piena d’insulti volgari e dozzinali.
Io ero di un altro spessore. Se avesse lasciato a me il compito di elaborare l’epistola avrei sicuramente messo nero su bianco il fatto che ci provava con mio nonno, che lavava i vetri in maniera approssimativa, che vestiva male e che la sua dote stesa sul balcone faceva schifo la merda.
Però hanno mandato me ad imbucarla. E mi hanno visto.
Non ero stato io.
Sono stato io invece a liberare il cane Dobermann del signor Cucchetti dalla catena che lo imprigionava, ma non l’ho detto a nessuno quando ho scoperto che era morto travolto da un camion.
Sono stato io durante il saggio di danza di mia cugina a illuminarla con l’occhio di bue scegliendo un filtro magenta solo per farla sembrare un’ustionata di secondo grado.
E sono stato io a mettere la carne per il cane sotto le verdure della pizza di mia madre. Questo però gliel’ho detto dopo una settimana e lei è corsa a vomitare in bagno e poi mi ha bruciato tutta la collezione delle figurine Panini del WWF.
Sono stato io ieri a bloccare Mario Adinolfi.  Sono stato anche io.
L’ho fatto per punire il suo grafico che gli ha disegnato un simbolo imbarazzante e poi le cromie mi offendono gli occhi e m’irritano la pelle.
Ma ho seguito le regole, mentre lui ha sbagliato.
Sul suo profilo personale al posto della foto ha messo il simbolo del suo partito, identificando se stesso con la sua organizzazione. La mia soffiata ha mandato in bestia l’algoritmo del social network che l’ha oscurato.

blocco facebookblocco facebook
Sicuramente qualcun altro l’avrà segnalato perchè “Incita all’odio” “Finge di essere me o qualcuno che conosco” o “Mi ha rubato la merendina”. Sta di fatto che dopo pochi minuti Facebook mi ha mandato la notifica dell’avvenuta rimozione dell’immagine del partito. Ma è successo di più. Al povero Adinolfi hanno bloccato per X giorni anche l’account. Ora non può più scrivere e nemmeno chattare su Messenger.

blocco adinolfi

Sai che c’è Mario? Un po’ te lo meriti. Io non faccio parte di nessuna associazione LGBT, non sono iscritto a nessun partito, ho giusto la tessera dell’Esselunga e della Feltrinelli. Mettiamola così ti ho dato una vacanza dai brutti commenti che ricevi.
E poi basta, passi la tua giornata a combattere contro il Gender, manco fosse un tuo parente pronto a portarti via l’eredità, litighi con Carmen Russo solo perchè ha partorito a 50 anni e monitorizzi la rete cercando notizie pruriginose gay friendly.
E poi vuoi una famiglia tradizionale.
E allora daccela.

Mauro Adinolfi immondizia
Smettila di starnazzare su fantomatiche storie che raccontano di pinguini che giocano alla cavallina e farfalle che vogliono diventare benzinai, occupati delle maestre d’asilo che corcano di botte i bambini, organizza corsi di gastronomia veloce come fa la Parodi, per mariti e mogli che tornano a casa tardi da lavoro, prometti pannolini gratis per tutti, battiti per vedere la Pimpa in prima serata su Rai Uno e trova un modo per far durare il basilico più di una stagione, ma piantala di accanirti contro gli omosessuali che tanto in Paradiso ci vai comunque.
Io ti guardo quando vai in tv e ti leggo sui social. Il tuo giochino di non rispondere alle provocazioni è degno di un leader, ma anche di una diva. Non c’è confronto con te. Quindi è giusto che tu sia stato bloccato. Perchè tu sei il tuo partito, quindi inciti all’odio.

Blocco adinolfi
Sono stato io a segnalarti, perchè sono stanco di sentire i miei parenti ripetere che la famiglia in natura è formata da un padre e una madre.
In natura i cani si accoppiano con i figli, i criceti se li mangiano, le gatte li abbandonano e le lumache cambiano persino sesso.
Dimmi la verità, cosa ti preoccupa? Che domani, per colpa degli Lgbt, la razza umana si estingua? Suvvia tra 60 anni io e te saremo becchime per pappagallini transgenici.
E poi non prendertela con Facebook, anche i social hanno una loro cultura estetica. Il tuo simbolo è demodè, sembra l’insegna di un negozio per bambini, dove la mamma è disegnata grassa e senza fianchi e il padre non ha il pacco.

popolo della famigliaAnche a me sta a cuore la famiglia e per questo ho fondato un movimento.
Si chiama Viola mangiare, bere e non andare a scuola.
Ecco i punti principali dello statuto:

1: Baby sitter gratis per chi ha più di due figli scalmanati
2: Nonna a domicilio per bambini che vogliono fare il cazzo che gli pare
3: 7×8 fa 56, ma anche 64 per i genitori senza un titolo di studio
4: Ciuccio consentito fino all’eta di 16 anni
5: Costruzione di un tempio per i devoti di Cristina D’Avena
6: Messa al bando della Kinder Brios
7: Soppressione del detto “Pasqua con chi vuoi”
8: Obbligo del regalo di Natale fra i parenti fino al 4°
9: Sì al crocefisso in classe, però insieme a una foto di Belen
10: Tessera raccolta punti se il papà va a mignotte
Siccome ti ho dedicato troppo tempo, chiudo qui questa polemica i cui esiti sono andati ben oltre la mia immaginzione: ho scoperto che Facebook ha tendenze dell’altra sponda,

algoritmo facebook
che ai tuoi sostenitori piace il re del Gender

renato zero
ma soprattutto di soffrire di una specifica forma di simbolofobia.

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Ora mi prendo il mio quarto d’ora di celebrità e fiero di quello che ho fatto te lo dico: mi è bastato un dito per farti stare zitto!

Il Portinaio

LA GUERRA SANTA

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Il fondamentalismo cristiano si può riassumere come uno sforzo nel proteggere le dottrine della fede, che sono stati spesso criticate dal pensiero moderno.
Le suddette dottrine sono:

1) L’immacolata concezione che stabilisce come Maria sia stata esonerata dal peccato originale.
Beata lei! Non ha dovuto fare il battesimo e invitare tutti i parenti al buffet e neanche spendere miliardi per le bomboniere. “Cosa preferisce signora la ballerina in ceramica o la conchiglia in cristallo con dentro il neonato in plastica?”

2) La resurrezione, il vero colpo di scena del Vangelo. Copiata poi dagli sceneggiatori di Beautiful.
Ci sono varie teorie su questo evento. La più accreditata è quella in cui Maria Maddalena insieme  alle sue amiche beccarono l’angelo davanti al sepolcro vuoto…e poi c’era la marmotta che confezionava la cioccolata. 😛

3) La divinità di Cristo ovvero la convinzione che Gesù sia il figlio di Dio.
No! E’ la forma carnale di Dio.
No! E’ il figlio dello spirito santo.
No! E’ la redenzione dell’ uomo sulla terra.
No! E’ quello che ha costruito il ponte sul lago d’Iseo.
No! E’ un profeta.
Guarda là un pokemon!!! Presto corriamo a prenderlo!

4) La crocifissione di Gesù. Questo avvenimento, insieme  alla resurrezione è considerato dai Cristiani l’evento culminante della storia umana e della storia della salvezza — in quanto in esso si compie la redenzione da parte di Dio degli uomini, che, con il peccato originale, si erano preclusi la salvezza e la beatitudine eterna. (Wikipedia)

5) La seconda venuta. Che non è un film di Rocco Siffredi, ma la grande attesa del ritorno di Gesù. Più di Mina in tv, un po’ meno di Lorella Cuccuarini ed Heather Parisi nel loro nuovo programma.

6) L’infallibilità della Bibbia. Non esageriamo, anche il catalogo dell’Ikea ha degli errori, perché non dovrebbe averli la Bibbia?

I pentecostali aggiungono a questi dogmi anche l’esperienza di un nuovo battesimo che consiste nel ricevere lo spirito di Dio. Questo si manifesterà trasformando i nuovi adepti in X-Men.
Tra le conseguenze ci sono la glossolalia  (parlare lingue sconosciute agli esseri umani, tipo l’idioma dei puffi, degli gnomi e dei mio mini pony) e i carismi (poteri magici come la guarigione e i miracoli)
Vicino a casa mia vive un ragazzo che si è convertito e che si proclama cristiano evangelico pentecostale.
Dice di avere circa 23 anni, ma di essere rinato nel 2013.  Il suo nome è Gianluca Colucci l’ennesima webastar che usa i social per portare la verità di Cristo, in Cristo e con Cristo. Cristo!!!!!!
Sul suo sito ha un piccola biografia di 3160 parole. (Se avete tempo cliccate QUI)
In breve racconta che era un bambino normale, cresciuto da una famiglia di stampo cattolico romano. Gli piaceva giocare alla playstation, seguiva assiduamente il wrestling, ascoltava l’heavy metal e si vestiva come un metallaro. Dopo aver superato questa fase adolescenziale cambiò radicalmente genere. Si sarà fatto prete?
No! E’ diventato un ultras del Napoli, un fans della musica neomelodica e di quella house. Aveva scelto come look lo stile gabber e in più gli piaceva bestemmiare contro gli altri tifosi.
A mandarlo in depressione sono stati un amore non corrisposto e la malattia della madre.
Così è nata la sua redenzione che ha avuto il culmine con un sogno premonitore:

E una mano dal colore bianco fluorescente uscì subito dallo specchio e alla vista di tale meraviglia, subito sobbalzai all’indietro impaurito, ma quella mano mi esortava con gesti molto chiari ad afferrarla e a non temere nulla di male. Al che io l’afferrai e fui come trasportato dentro allo specchio e vidi un bagliore di luce fortissima, e provai una sensazione molto piacevole…

O era in Centro abbronzante oppure aveva mangiato pesante.

Viviamo in un periodo molto pericoloso.  E questi esseri stanno riportando in auge i vessilli delle guerre sante. Non si arrendono all’evidenza che Dio ha fallito con noi, non accolgono il cambiamento e la diversità.
Stiamo tornando indietro. Circondati da visionarie “Giovanne D’arco” e templari psicopatici.
Detto questo se mi promettono l’abito di Lancillotto mi alleo con i testimoni di Geova e invece delle catapulte costruirò un citofono gigante che emana protoni e raggi laser!

Vi invito a seguirlo su Twitter e Facebook.

Nel frattempo ecco il peggio del peggio di questo ragazzo in odore di Tso.

Gianluca Colucci
Infatti è noto come Rocco Siffredi legga il braille! 😛

Gianluca Colucci 2
Il fatto di aver mandato via i Marò è già una gioia per gli Indiani.

Gianluca Colucci 4
Ho già rinunciato a Satana di cosa devo privarmi ancora?

Gianluca Colucci 5
Questo ha bisogno di una ninfomane che lo ribalti!

Gianluca Colucci 6
Colucci deve essere stato intossicato. Siccome abita a Garbagnate, un paesello vicino al Centro Commerciale “Il Centro”.
Una mia ipotesi potrebbe essere che abbiano usato materiale radioattivo per costruire il grande Magazzino.

Gianluca Colucci 7
Reprobo: aggettivo e sostantivo maschile.
Respinto dalla giustizia di Dio (contrapposto a eletto ): le anime r. dell’Inferno; estens., malvagio, ribelle, con un’idea di condanna definitiva.
Che bello ho imparato una parolaccia nuova!

Gianluca Colucci 8

Non c’è gioia per nessuno!

Gianluca Colucci 9
Comunque Dio condanna anche i superbi.

Gianluca Colucci 10
Donne se volete un prodotto ottimo per pulire i vetri, provate Emulsio Splendi vetri e cristalli.

Gianluca Colucci 11
Secondo la sua teoria tra dieci anni l’Italia sarà piena di Malgioglio e Salvini! 😛

Gianluca Colucci 12
E dopo questa dichiarazione credo proprio che chiamerò l’ambulanza!

Il Portinaio

VAGINAL KNITTING (La filanda vaginale di Casey Jenkins)

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Per il prossimo inverno ho trovato la soluzione ai vostri problemi di mal di gola e laringite: una bella sciarpa! 🙂
Ma non quelle in misto lana con il 30% di plutonio e uranio impoverito. Ci vuole un tessuto naturale, che non pizzichi e magari con un profumo che ricordi boschi incontaminati.
Basta fare il teleimbonitore, passiamo subito al sodo. Casey Jenkins, artista residente a Melbourne lavora instancabilmente a maglia tutto il giorno per creare colli, scialli e stole. Peccato che il gomitolo di lana se lo infili dritto dritto nella vagina.
Avete capito bene.
Non inorridite, è pur sempre un modo comodo per tenere la matassa al sicuro.
Mia nonna veniva spesso aggredita dai gatti o si addormentava davanti al camino rischiando di prendere fuoco. Invece proteggendo la lana all’interno del corpo non si rischiano incidenti domestici.
Ma Casey ha osato di più. Durante il suo periodo mestruale usa il viluppo di vello come tampax. Il risultato è una nuance molto audace che ricorda il grembiule di un macellaio.

Il suo sito (per ora in manutenzione è QUI) la sua pagina Facebook QUA e il suo Twitter QUO.
Per comprare i suoi prodotti invece vi consiglio di scriverle una mail. Mi raccomando siate gentili e non prendetela in giro che quando è in premestruo sbaglia sempre il punto croce! 😛

Il Portinaio

P.S. Niente spirito di emulazione, non voglio che vi becchiate setticemie sparse o arrossamenti inguinali.

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